Com’è cambiata la reputazione delle aziende in Italia nel 2017? Quali sono i trend attuali e come influenzano le decisioni degli italiani che scelgono di acquistare i prodotti/servizi delle aziende, lavorare per loro e puntare su di loro? Quali sfide attendono le aziende che intendono costruire e proteggere la propria reputazione? Questi i temi dei Reputation Awards, che ogni anno sono organizzati dal Reputation Institute in collaborazione con Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) e Università IULM di Milano.

Com’è cambiata la reputazione delle aziende in Italia nel 2017? Quali sono i trend attuali e come influenzano le decisioni degli italiani che scelgono di acquistare i prodotti/servizi delle aziende, lavorare per loro e puntare su di loro? Quali sfide attendono le aziende che intendono costruire e proteggere la propria reputazione?

Questi i temi dei Reputation Awards, che ogni anno sono organizzati dal Reputation Institute in collaborazione con Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) e Università IULM di Milano.

Il 6 aprile scorso, nella sede di Sky Milano, è stata presentata la Italy RepTrak 2017, la classifica delle 150 aziende che godono della più alta reputazione in Italia. Dal 2006 Reputation Institute svolge programmi di data driven consulting che misurano la reputazione di migliaia di aziende per migliorare il ROI della comunicazione.

È Walt Disney Company l’azienda con un maggior punteggio di reputazione in Italia (85,4), seguita sul podio da Ferrero (84,7) e Ferrari (84,2). Nelle prime 20 posizioni troviamo poi sesta Lavazza e undicesima Giorgio Armani. Non sorprende trovare al 29° posto Mapei - unica tra le aziende italiane rivolte al trade - davanti a Pirelli al 30° posto e, a seguire, Luxottica, Campari, Artsana e Ariston.

Nel 2017 la reputazione delle aziende in Italia è cresciuta (+1,2 punti) rispetto all’indice dello scorso anno portando il valore medio al punteggio di 70,8 punti/100. Tale valore – in crescita per il terzo anno consecutivo – dimostra come le organizzazioni abbiano saputo ristabilire rapporti di fiducia con gli italiani ed entrare nella fascia reputazionale considerata “forte” con un punteggio che va da 70 a 79 punti/100.

Tra i miti da sfatare, ha segnalato Stefano Cini, managing director di Reputation Institute, è che non esiste correlazione tra awareness e reputazione: “In un’epoca di grandi trasformazioni sociali gli italiani reputano più importante “chi sei” rispetto a “ciò che vendi”. Il 66% della reputazione deriva dal giudizio dell’azienda che sta dietro il prodotto, solo il 34% dall’opinione del prodotto/servizio venduto/erogato. Cresce inoltre l’importanza dei 3 elementi di Corporate Social Responsibility: Governance (trasparenza ed eticità del modello di business), Citizenship (impegno sociale) e Workplace (qualità dell’ambiente di lavoro)”.

E sono probabilmente proprio questi i fattori decisivi che hanno determinato il meritato successo di Mapei.