Intervistata
Ina Hundhausen
Direttrice della Federazione dei produttori tedeschi di materiali chimici per edilizia
Ina Hundhausen, Direttrice della Federazione dei produttori tedeschi di materiali chimici per edilizia, descrive le prospettive dell'industria chimica e il contributo che può dare alla sfida del Green Deal
l 1° luglio 2022 Ina Hundhausen ricopre la carica di Direttrice Generale di Deutsche Bauchemie, Federazione dei produttori tedeschi di materiali chimici per edilizia. Ha studiato economia aziendale e vanta un’esperienza manageriale venticinquennale nel marketing internazionale e nelle vendite all’interno dell'industria delle costruzioni così come nei sistemi di misurazione e controllo. È esperta di comunicazione e dal 2018 è portavoce del gruppo di progetto BIM (Building Information Modelling) dell'industria tedesca delle costruzioni. Inoltre ha una conoscenza approfondita dei temi legati alla sostenibilità.
Su quali innovazioni può contare la chimica per l'edilizia per affrontare le sfide che pone il Green Deal?
La transizione avviata dalla Commissione Europea verso un’industria delle costruzioni più resiliente, più verde e più digitale, così come la revisione del regolamento REACH e l'aggiornamento delle norme sui prodotti da costruzione, già da tempo coinvolgono le imprese che operano nel nostro settore. Questo impegno continuerà anche nel prossimo futuro. Per raggiungere gli obiettivi del Green Deal, il settore delle costruzioni ha bisogno proprio dei prodotti chimici per edilizia come quelli delle aziende che fanno parte della nostra Federazione. È importante supportare le imprese del settore nello sviluppo e lancio di tecnologie e prodotti sostenibili ed efficienti nella gestione delle risorse. A questo scopo abbiamo bisogno di regolamenti che promuovano i nostri prodotti e il loro utilizzo. Ci servono anche normative che tengano in considerazione l'aspetto della sostenibilità senza però arrivare ad un’applicazione restrittiva relativamente alle nostre formulazioni, che limiterebbe nostra capacità di innovazione.
Servono normative che tengano in considerazione l'aspetto della sostenibilità senza però arrivare ad un’applicazione restrittiva delle nostre formulazioni, che limiterebbe la nostra capacità di innovazione
Su cosa si concentra il lavoro della vostra Federazione?
In questo momento abbiamo di fronte una sfida impegnativa in ambito di comunicazione: come Federazione dobbiamo rafforzare la comunicazione verso l'esterno per chiarire la nostra posizione ad un pubblico sempre più ampio. Negli ultimi anni siamo riusciti a creare un nuovo spazio per la comunicazione, abbiamo istituito delle norme per questo settore e ampliato il nostro Advocacy Team a Bruxelles. Ma anche per quanto riguarda la comunicazione interna, ovvero quella con le aziende che fanno parte della Federazione, è molto importante elaborare adeguatamente l’enorme quantità di informazioni relative alle nuove leggi ed ai nuovi regolamenti perchè possano essere velocemente comprese ed elaborate. Per questo abbiamo creato dei servizi appositi per le aziende della nostra Federazione: ad esempio, mettiamo a disposizione EPD (Environmental Product Declaration) relative al nostro settore, delle liste delle caratteristiche dei prodotti come quelle richieste da BIM e dei rapporti di valutazione per diversi gruppi di prodotti.
Quali evoluzioni del settore permetteranno di soddisfare le richieste del Green Deal?
Il regolamento europeo relativo ai prodotti da costruzione (BauPVO) è determinante per il settore delle costruzioni. Grazie alle modifiche che sono in programma verranno risolti tanti dei problemi che al momento sussistono relativamente all’armonizzazione delle norme europee. Inoltre, si tradurrà in un contributo concreto all’attuazione del Green Deal in ambito europeo. Soltanto in questo modo la nuova normativa europea relativa ai prodotti da costruzione potrà dare un vero contributo alla trasformazione del settore rendendolo più verde e più digitale e, al tempo stesso, sostenendo la tendenza al rinnovo/restauro e rafforzando, di conseguenza, il mercato comune. A questo contribuirà sicuramente l’aggiornamento del regolamento REACH.
Bisognerà certamente trovare un equilibrio tra, da un lato, le soluzioni tecniche sostenibili che permettono l'incremento dell’efficienza energetica, l’ottimizzazione dell'uso delle risorse naturali e la riduzione delle emissioni di CO2, e, dall'altro, il “divieto” dell’uso di materiali caratterizzati da determinati livelli di pericolosità. L'approccio alla base del regolamento REACH che promuove un’appropriata valutazione del rischio è proprio la migliore soluzione per trovare questo equilibrio. È mia opinione che questo approccio debba essere mantenuto anche per l'aggiornamento del regolamento REACH.
Bisognerà trovare un equilibrio tra, da un lato, l’ottimizzazione dell'uso delle risorse naturali e la riduzione delle emissioni di CO2, e, dall'altro, il “divieto indiscriminato" dell’uso di materiali caratterizzati da determinati livelli di pericolosità
L'industria tedesca della chimica per edilizia darà il proprio contributo alla transizione verso un settore delle costruzioni più verde e più digitale, come richiesto dalla Commissione Europea, anche attraverso alcune “storie di successo”. Quali?
Negli anni passati abbiamo ideato una campagna sul Green Deal e attualmente la stiamo implementando. Questa campagna dovrebbe mostrare alla politica e alla società il contributo fondamentale dei prodotti chimici alla sostenibilità ed al contrasto dei cambiamenti climatici. È importante capire che l’aggiornamento dei regolamenti relativi ai prodotti da costruzione e alle materie prime si situa all'interno di un contesto difficile che caratterizza l’intero quadro giuridico europeo: il processo legislativo dei regolamenti dei prodotti da costruzioni è attualmente in corso e nel corso del 2023 dovremmo avere una prima proposta di aggiornamento del regolamento REACH. La campagna, che è stata lanciata nel novembre 2022 in occasione della conferenza mondiale sul clima, mostra alcuni esempi concreti che, all’interno del settore della chimica per edilizia, contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal. In particolare, mette in evidenza il contributo del nostro settore al raggiungimento degli obiettivi relativi al contrasto dei cambiamenti climatici. Lo slogan principale è “Ridurre le emissioni di CO2 nelle costruzioni? Solo con noi”. Una sezione del sito della Federazione tedesca della chimica per l'edilizia è dedicata a questa campagna e comprende storie di successo sulla sostenibilità. Queste mostrano, ad esempio, come attraverso l’uso di fibre polimeriche nelle miscele di calcestruzzo si possano eliminare le armature di acciaio che rinforzano il calcestruzzo e, conseguentemente ridurre le emissioni di CO2 o come una malta innovativa possa velocizzare la costruzione delle strutture offshore dedicate alla produzione di energia eolica. A tutto ciò si aggiungono post sui social media, compreso Linkedin. La campagna è stata lanciata nel novembre 2022 all'interno del Parlamento europeo: ogni parlamentare tedesco ha trovato appeso alla maniglia del proprio ufficio un cartellino con lo slogan della campagna e un QR code che rimandava alla pagina web della campagna. La campagna è iniziata online nel novembre 2022; nel 2023 sono stati poi realizzati un video ed un trailer per Linkedin; da aprile sono state diffuse pubblicità stampate e affisse a Bruxelles nella zona del Parlamento “accompagnando” così i lavori del Parlamento sui regolamenti dei prodotti per edilizia.
Il viadotto Sfalassà, sulla Salerno-Reggio Calabria. Tra il 2010 e il 2012 Mapei ha fornito i prodotti per il ripristino del calcestruzzo assicurando all'opera grande durabilità.
Esiste davvero una nuova edilizia che è capace di realizzare edifici sostenibili e ad impatto zero sul clima?
La chimica per edilizia fa in modo che gli edifici esistenti vengano sanati e rinnovati e che quelli di nuova costituzione possano durare a lungo. Le possibilità di applicazione dei prodotti chimici per edilizia sono innumerevoli: ad esempio, possiamo realizzare calcestruzzo a basse emissioni di CO2 o ottimizzare la sua formulazione di modo che ne sia necessaria una minore quantità. La chimica in edilizia può modificare le proprietà dei prodotti cosicché possano essere lavorati più velocemente, anche in condizioni difficili di cantiere. I materiali chimici per edilizia, anche se utilizzati in quantità ridotte, possono avere un enorme impatto e incrementare in maniera considerevole l'efficienza delle risorse nel settore delle costruzioni. Questo succede già adesso, anche se dietro le quinte: ad esempio a livello delle fondamenta o dietro le facciate o all’interno di un rivestimento.
C'è però un aspetto da chiarire: la nuova chimica per edilizia promuove i sistemi relativi alla costruzione. Spesso lavora insieme ad altri settori o fa parte di un sistema più complesso. Per questo, in futuro, dovremo fare in modo che i produttori di materiali chimici per edilizia collaborino in maniera efficace con i produttori di altri sistemi. La chimica per edilizia darà sicuramente un grande contributo all’industrializzazione dei cantieri, ad esempio per quanto riguarda la realizzazione di edifici modulari o prodotti in serie. Non appena i prodotti chimici vengono lavorati meccanicamente, devono modificarsi, ad esempio passando allo stadio liquido, tenendo conto delle proprie caratteristiche e questo funziona solo se c'è una buona collaborazione tra produttori di macchinari e produttori dei prodotti chimici per edilizia. Lo stesso avviene per la realizzazione di elementi preconfezionati: sarà decisiva la capacità del produttore di prodotti chimici per edilizia di capire le tecnologie di trasformazione e fare in modo che i suoi prodotti sia adeguino in maniera efficace.
Le possibilità di applicazione dei prodotti chimici per edilizia sono innumerevoli: possiamo realizzare calcestruzzo a bassa emissione di CO2 o ottimizzare la sua formulazione di modo che ne sia necessaria una minore quantità
Quali obiettivi si danno le imprese del settore sulla strada verso un'industria delle costruzioni più sostenibile e come si coniugano questi obiettivi con l’aspetto economico?
Tutti i produttori si sono posti l'obiettivo di dare, con i loro prodotti, il proprio contributo alla riduzione delle emissioni di CO2. Si ottiene un notevole risparmio di emissioni anche soltanto attraverso l’uso di prodotti chimici che permettono un’adeguata protezione di un edificio e, di conseguenza, assicurano un ciclo di vita più lungo. I prodotti chimici per l'edilizia giocano un ruolo importante in questo senso: ad esempio, gli additivi possono aiutare a ridurre le emissioni di CO2 già nella fase di produzione del calcestruzzo.
Le emissioni di CO2 possono essere ridotte in maniera considerevole se non si pone la necessità di costruire un nuovo edificio. Ad esempio, se un viadotto lungo un'autostrada viene protetto con adeguati materiali chimici, i suoi elementi in calcestruzzo non si degraderanno. In caso contrario, i sali penetreranno nel calcestruzzo facendo arrugginire le armature al suo interno, e causando pian piano il degrado del ponte. Se riusciamo a risanare e rinnovare di più, in futuro avremo bisogno di meno risorse. Inoltre, faremo sempre più uso di materiali riciclati per realizzare nuove in edifici e anche questo riduce la necessità di impiegare materie prime.
I prodotti per edilizia saranno quindi prioritari per individuare soluzioni sostenibili e per l’automatizzazione delle operazioni di cantiere così come per la prefabbricazione di costruzioni modulari. È anche importante fornire i prodotti chimici per edilizia insieme ad altri prodotti per edilizia all'interno di sistemi completi: ad esempio quelli relativi all'isolamento termico o i sistemi protettivi.
Il viadotto sul Lago Turano a Castel di Tora (Rieti) è un esempio di come i prodotti chimici per il recupero del calcestruzzo possano garantire un ciclo di vita più lungo a un'opera infrastrutturale.
A che punto è la digitalizzazione nel nostro settore? Riusciremo ad attuare il Green Deal?
La digitalizzazione è in atto ma in confronto ad altri settori c'è ancora molto da fare: il Green Deal, attraverso i requisiti dei suoi regolamenti a livello di raccolta dei dati, stimolerà la digitalizzazione. Anche il BIM e l’edilizia modulare porteranno con sé, attraverso l'industrializzazione, più digitalizzazione. Inoltre, avremo una maggiore digitalizzazione in ambito amministrativo e nell’ottimizzazione dei contatti con i clienti.
Sul Green Deal sono ottimista. Credo che troveremo la quadra e usciremo dalla situazione attuale di eccessiva regolamentazione e di leggi non ancora votate. A mio avviso, ci aspettano ancora alcuni anni di contrasti tra la politica e l’economia ma credo che alla fine troveremo un buon equilibrio attraverso il consenso democratico e per mezzo di modifiche alle normative ed alla burocrazia. Spesso le migliori innovazioni sono il risultato di emergenze e difficoltà. Inoltre, dobbiamo dedicare più innovazione alla sostenibilità. Credo che tra trent'anni gli storici si guarderanno indietro e confermeranno che il Green Deal è arrivato giusto in tempo per scongiurare il collasso della situazione climatica e che ha incoraggiato, e persino costretto, il mondo intero a diminuire le emissioni di CO2 per tutelare le prossime generazioni.