Doshi, il pioniere del social housing
Nel 2018 all'architetto indiano (70 anni di attività alle spalle) è stato assegnato il prestigioso riconoscimento.
Nel 2018 all'architetto indiano (70 anni di attività alle spalle) è stato assegnato il prestigioso riconoscimento.
Quando nel 2018 gli è stato assegnato il Pritzker Architecture Prize, l'architetto Balkrishna Doshi aveva già 90 anni e quasi 70 anni di attività progettuale. Un vero e proprio “monumento” dell'architettura indiana, che ha iniziato la sua lunga carriera con due riconosciuti maestri dell'architettura internazionale: Le Corbusier e Louis Kahn. La prima dichiarazione rilasciata da Doshi alla notizia del premio richiamava proprio l’apporto alla sua opera dato da Le Corbusier: "Le mie opere sono un’estensione della mia vita, della mia filosofia e dei miei sogni, che cercano di creare tesori dello spirito architettonico (...). Devo questo prestigioso premio al mio guru, Le Corbusier".
LA FORMAZIONE E I PRIMI PROGETTI IN INDIA
Doshi nasce nel 1927 a Pune in una famiglia che da due generazioni fabbricava mobili. Per sua stessa ammissione, questo gli permise di crescere in un ambiente di artigiani, sempre alle prese con misure, proporzioni, materiali. Allo stesso tempo la vita nella grande casa di famiglia che – come consuetudine in India – si allargava nel tempo per dare spazio alle abitazioni di zii e cugini e delle loro famiglie, è stata fonte d’ispirazione per il futuro architetto, permettendogli di avere una percezione dello spazio abitato viva e in continuo mutamento.
Nel 1947, anno dell’indipendenza dell’India, Doshi entra alla Sir J.J. School of Architecture dell’allora Bombay, una delle più antiche e prestigiose scuole di architettura indiane. Dopo il diploma universitario si trasferisce per un periodo a Londra e poi dal 1951 al 1954 lavora nello studio parigino di Le Corbusier. L’influenza della filosofia architettonica e dei canoni formali di quest’ultimo furono fondamentali sull’intera opera di Doshi, come riconobbe lui stesso: “I suoi insegnamenti mi hanno portato a mettere in discussione la mia identità, spingendomi a scoprire una rinnovata espressione contemporanea per l’abitare, adottata a livello regionale ma tesa a trovare un habitat olistico sostenibile. Si tratta di una conferma per la mia convinzione secondo cui la vita si celebra quando stile di vita e architettura si fondono”.
Nel 1955 torna in India proprio per supervisionare i progetti dell’architetto svizzero-francese per Ahmedabad e Chandigarh. A Chandigarh, capitale del Punjab, Doshi segue i lavori per la realizzazione della città commissionati a Le Corbusier direttamente dal primo ministro indiano Nehru. Ad Ahmedabad si occupa invece dei progetti per il Mill Owner’s Association Building e la Shodan House. Nel 1956 nella città di Ahmedabad decide di inaugurare il suo studio di progettazione ambientale Sanghat. Pochi anni dopo, nel 1962, inizia la collaborazione decennale con l’architetto americano Louis Kahn per la costruzione dell’Indian Institute of Management ad Ahmedabad, a cui seguiranno altri progetti.
SOCIAL HOUSING PER L’INDIA
Grazie alla sua opera pionieristica indirizzata alla costruzione di abitazioni a basso costo e alla sua attività di moderna pianificazione urbanistica nel solco degli insegnamenti di Le Corbusier, Balkrishna Doshi inizia a farsi conoscere anche al di fuori dell’India. Come sottolineato nelle motivazioni dalla giuria del Premio Pritzker: “Nel corso degli anni Balkrishna Doshi ha creato un’architettura rigorosa, mai appariscente o seguace di tendenze. Con un profondo senso di responsabilità e il desiderio di dare un contributo al proprio Paese e ai suoi abitanti”. Una visione dell’architettura e dell’opera dell’architetto rivolta al benessere della collettività e non al solo ritorno economico, come Doshi ha ribadito durante tutta la sua carriera.
La lunga collaborazione di Doshi con Le Corbusier e poi con Louis Khan lascia un forte segno soprattutto nelle prime opere, costruzioni dalla linea possente realizzate in cemento faccia a vista. Con il trascorrere degli anni il segno architettonico si indirizza piuttosto verso una maggior comprensione e apprezzamento dell’architettura tradizionale indiana. Nella sua storia professionale, già a partire dal 1950, Doshi realizza diversi progetti di social housing, tanto da riconoscere pochi anni dopo che progettare abitazioni pensate in modo specifico per le classi povere indiane era diventata per lui oramai un obiettivo personale oltre che professionale. Quasi una missione che ha visto la sua firma su progetti che si sviluppano tenendo in considerazione i contesti sociali, economici e anche ambientali in cui verranno realizzati. Ne sono un esempio i complessi di alloggi a basso costo come l’Indian Farmers Fertilizer Cooperative di Kalol e l’Aranya Community Housing di Indore. Senza mai prescindere da un’architettura con i criteri tipici della sostenibilità ambientale, come il Madhya Pradesh Electricity Board di Jabalpur (1979) e l'Indian Institute of Management di Bangalore (1992).