Dall'università alla Mapei: uno sguardo aperto al mondo
Da studentessa modello di Scienze Politiche a Editrice creativa di Realtà Mapei: le parole di Alberto Quadrio Curzio ricordano Adriana Spazzoli.
Anche Adriana Spazzoli Squinzi ci ha lasciato un mese dopo la scomparsa di Giorgio sulla cui personalità e opera ho avuto la possibilità di riflettere nel mio saggio “Il valore dell’innovazione per favorire il progresso” su Realtà Mapei n. 156.
Ricordando Giorgio ne ho tracciato una fisionomia su quattro paradigmi: quello dell’attenzione alla ricerca scientifica; quello dell’innovazione; quello dell’internazionalizzazione; quello del liberalismo sociale. La complementarietà tra Giorgio e Adriana su questi quattro paradigmi era evidente, quasi una simbiosi, anche se l’uno aveva una prospettiva più tecnologica e l’altra una prospettiva più economica. Non ripercorrerò tuttavia qui i quattro paradigmi per sottolineare i due aspetti perché spesso le distinzioni diverrebbero labili. Tratterò invece di due altri aspetti di Adriana che completano almeno in parte la mia riflessione su una coppia di personalità esemplari.
Il primo aspetto riguarda la formazione di Adriana alla Facoltà di Scienze Politiche di Bologna dove ella fu mia studentessa così come lo fu di tanti altri economisti docenti in quella facoltà. A quei tempi gli studenti che sceglievano l’indirizzo economico erano pochi e per questo non era difficile venire a conoscenza diretta con ciascuno così come erano facili i sodalizi tra loro.
Adriana faceva parte di un gruppo dove erano anche Flavia Franzoni e Anna Stagni. Si trattava di tre studentesse molto dotate non solo per l’applicazione agli studi ma anche per la loro curiosità indagatrice e per la loro attenzione ai temi concreti dell’economia politica e della realtà economica. È vero che il contesto dell’istituto di economia di Bologna era particolarmente favorevole perché il dibattito tra professori, assistenti e allievi avveniva non solo a lezione ma anche nei corridoi. In questo clima c’era una continua fertilizzazione di tante materie economiche che Adriana utilizzò appieno. Ricordo così che più volte chiesi ad Adriana di consultare i suoi appunti alle lezioni in quanto correva fama, confermata dalle mie verifiche, che si trattasse di note chiarissime. Adriana concluse questo suo corso universitario laureandosi sul tema del mercato della ceramica in Italia, con relatore Romano Prodi con il quale mantenne sempre un dialogo così come lo tenne con me.
Il secondo aspetto, connesso al precedente, riguarda la rivista “Realtà Mapei” che ha rappresentato una bellissima espressione della creatività e della apertura culturale da parte di un’imprenditrice come Adriana che ha impresso la sua valutazione in 80 editoriali alla versione Italiana (che esce dal 1991) e 27 a quella inglese (che esce dal 1995).
Questa rivista (che attualmente ha una tiratura di 160 mila copie nella versione italiana e 23 mila copie in quella inglese) uscì dapprima con 3 o 4 numeri e poi con 6 numeri all’anno ed è stata via via pubblicata in altre lingue straniere in base alla localizzazione di consociate del Gruppo Mapei. Attualmente esce quindi in varianti linguistiche (ove necessario) ma anche di contenuto in Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Cina, Francia, Svizzera, Repubblica Ceca, India, Paesi Bassi, Slovenia, Croazia, Serbia, Ungheria, Russia, Nord America.
Chi ha avuto modo di leggere questa varietà editoriale rimane ammirato dalla capacità di presentare il ruolo di Mapei con il garbo e la competenza necessari per valorizzare l’opera di applicazione piuttosto che la materia prima. Così è stata anche valorizzata la Comunità Mapei fatta di persone.