Il restauro e la messa in sicurezza delle facciate dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino hanno coinvolto un complesso intervento conservativo, reso possibile grazie all’utilizzo dei materiali innovativi forniti da Mapei. Le facciate, soggette a degrado per via delle intemperie e di precedenti interventi non adeguati, sono state riportate al loro splendore originario attraverso soluzioni tecniche all'avanguardia.

L'edificio che dal 1833 accoglie l'Accademia Albertina fu donato da Carlo Alberto come parte di un progetto di "rifondazione" dell'istituzione, da lui fortemente voluto. L'architettura dell'edificio, tipicamente ottocentesca, è opera dell'architetto Giuseppe Talucchi e venne costruita tra il 1820 e il 1930.
L'Accademia si trova nell'area un tempo nota come "Isola di S. Francesco da Paola", dove sorgeva il convento omonimo, tuttora annesso alla chiesa con facciata che si affaccia sull'attuale via Po, un tempo conosciuta come "Contrada di Po". Questa via, per via del suo percorso obliquo, divenne la principale arteria del quartiere "Borgo Nuovo", nel quale, già dal tardo medioevo, si concentravano importanti istituzioni. Tra queste, lo Studium, che sarebbe diventato l'Università di Torino, aperta nel 1404, oltre a un'accademia militare e, più tardi, l'Accademia Albertina di Belle Arti. La funzione di via Po era di collegare piazza Castello, centro del potere sabaudo, con quella che all'epoca era la Piazza d'Armi, oggi conosciuta come piazza Vittorio Veneto. Inoltre, la strada fungeva da via di collegamento con Chieri e il Monferrato, partendo dal vecchio ponte sul Po, ubicato vicino all'attuale Ponte Vittorio Emanuele I, all'epoca l'unico passaggio per attraversare il fiume.
La maestosa facciata progettata da Talucchi occupa l'intero lato est dell'isolato, con un'ulteriore estensione a sud. Oggi, l'edificio ospita, oltre alle varie Scuole, una prestigiosa Biblioteca Storica e la Pinacoteca. L'edificio si sviluppa su cinque piani fuori terra, offrendo spazi ampi e ben strutturati.
L'Accademia vista dall'incrocio tra Via Accademia Albertina e Via Principe Amedeo

Le criticità delle facciate 

Le facciate dell’Accademia Albertina, da diversi anni, versavano in condizioni conservative piuttosto critiche, a causa del degrado dovuto principalmente all'esposizione agli agenti atmosferici e all'ambiente urbano. A questo si aggiungevano interventi di manutenzione straordinaria poco adeguati eseguiti negli anni passati, che avevano alterato il rivestimento in intonaco, le cromie originali e parte dei serramenti.
Le principali criticità riguardavano lo stato degli intonaci, caratterizzati da numerose fessurazioni e distacchi, che richiedevano interventi urgenti per la messa in sicurezza. Lo stato complessivo era piuttosto precario, con fenomeni di degrado diffusi su tutte le superfici. Questi includevano depositi superficiali coerenti e incoerenti, macchie, tinteggiature sintetiche sovrapposte, crettature, rappezzi inadeguati, distacchi, disgregazioni e lacune parziali.
Inoltre, erano presenti numerosi elementi estranei di varia natura, come cavi, tubi, scatole di derivazione, elementi metallici e staffe di ancoraggio per banner e un portabandiera. Le gronde, i pluviali e le scossaline presentavano punti di debolezza, in particolare lungo il tratto affacciato su via Principe Amedeo, dove la mancanza di fissaggi adeguati e sigillature causava gravi problematiche localizzate. Queste carenze favorivano la comparsa di patologie di degrado, che interessavano sia gli elementi sporgenti, come cornici e marcapiani, sia le superfici piane degli intonaci. Il fregio del timpano presentava criticità legate agli ancoraggi e alla fragilità dei materiali delle decorazioni ad altorilievo. La corrosione delle staffe metalliche e delle armature aveva provocato fessurazioni estese, con conseguente perdita di materiale, sollevamenti e decoesioni.
Presenza di macchie in corrisponenza dei marciapiani

L’intervento

L'intervento di restauro, eseguito dall’impresa specializzata Lares Restauri s.r.l., è stato preceduto da una fase diagnostica preliminare e fondamentale, che ha riguardato l'intera superficie intonacata. Sono state eseguite mappature dei fenomeni di degrado e prelevati campioni per analisi di laboratorio, per determinare la natura degli intonaci e delle finiture superficiali nell'area del timpano, con l'obiettivo di individuare il sistema di intervento più compatibile.
Dopo le indagini preliminari, si è deciso di procedere con la rimozione delle parti inconsistenti e dei detriti, seguita dalla spolveratura a secco e dalla pulitura di tutte le superfici della facciata. In particolare, per la fascia basamentale, i rivestimenti in intonaco a bugne e losanghe e le fasce marcapiano, incluso il cornicione, è stato applicato un solvente per ammorbidire lo strato superficiale di vernice, che è stato successivamente rimosso mediante idropulitura a caldo.
Pulitura della superficie di intonaco per mezzo di idropulitrice a caldo
Sulle superfici con rivestimento in intonaco liscio, si è provveduto alla rimozione meccanica dei vecchi strati di intonaco incoerente, per migliorare l'adesione dei nuovi strati di finitura.
La pulitura e la rimozione degli strati incoerenti hanno rivelato stuccature e ricostruzioni non coeve, eseguite durante interventi precedenti. Si è quindi proceduto alla rimozione e ricostruzione delle parti più fessurate e instabili. Per le porzioni di intonaco con distacchi localizzati, si è eseguito il consolidamento tramite perni e iniezioni mirate, garantendo così la riadesione degli intonaci al supporto murario sottostante.
Per il ripristino degli intonaci e la rasatura completa delle facciate, è stato utilizzato il prodotto MAPE-ANTIQUE NHL ECO RESTAURA, un rasante traspirante multiuso a base di calce idraulica naturale, privo di cemento, ideale per la finitura e la ricostruzione di supporti, intonaci e rivestimenti. È stato applicato in due mani, con l'interposizione di una rete in fibra di vetro resistente agli alcali, in spessori da 2 a 20 mm, anche su vecchie pitture, garantendo così massima compatibilità sia elasto-meccanica che chimico-fisica con il supporto originale.
Applicazione del Mape-Antique NHL ECO Restaura
Per verificare l'adesione del nuovo strato di rasatura al supporto esistente, è stata effettuata una prova preliminare di pull-off, necessaria per testare la tenuta del prodotto.
Dopo la completa stagionatura della rasatura, si è proceduto con la realizzazione delle finiture colorate, utilizzando prodotti a base di silicati della linea SILEXCOLOR di Mapei, in particolare SILEXCOLOR PRIMER e SILEXCOLOR PITTURA.
L’intervento di restauro, eseguito con competenza e precisione dalla Lares Restauri s.r.l., ha restituito all’Accademia Albertina l’antico splendore, mantenendo inalterati i suoi tratti storici e architettonici, ma migliorandone la resistenza e la protezione per il futuro.
Applicazione del SILEXCOLOR PITTURA
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